“Bassa” da sempre il termine con cui si descrive l’Emilia Romagna, nella zona compresa tra il Po e la via Emilia. “Bassa” è anche “l’attraversamento – citando Gianni Celati – di una specie di deserto di solitudine, che però è anche la vita normale di tutti i giorni” e il titolo del progetto fotografico di Giovanni Fantasia dedicato alla sua terra.
“Bassa” cerca di cogliere la sospensione, aspettando qualcosa che deve accadere, esplorando qualcosa di appena accaduto. […] l’indeterminatezza degli spazi tocca punte quasi astratte, scorre sulla superficie del paesaggio senza sovraccaricarlo di realtà, restituendone i contorni familiari e insieme insoliti. “Bassa” è per sua natura serie aperta, prolungata ed espandibile, non perfettamente definibile. È un perdersi vicino, come una dimenticanza.
IL PROGETTO. [Realizzato in digitale – inizio 2014, in corso]
“Ho sempre avuto un’attrazione per la bassa: un territorio diluito e largamente dispersivo, in cui si cercano dei punti di ancoraggio, dei riferimenti certi per esorcizzare il vuoto, il piatto“. E’ così che Giovanni Fantasia racconta il suo progetto. “Uno sguardo analitico può condensare attraverso la fotografia il paesaggio che scorre, dando un peso a tutti i singoli dettagli; eppure, per descrivere il carattere di questo territorio, serve anche e soprattutto un’astrazione, serve – credo – una serie di scorci di poca importanza“.
Il primo scatto del progetto, quello del palo e della sua ombra, rappresenta esattamente questo intento.
“Camminavo avanti e indietro in una zona di bonifica, godendomi luce e paesaggio; ero nei pressi del Po. Ogni tanto mi fermavo, riposizionavo il cavalletto, scattavo. Poi mi sono accorto di quel palo, di quanto la sua ombra fosse giusta e quasi metafisica, stampata a quel modo sull’erba. Lì ho intuito che cosa cercare. Allora ho tralasciato le casette sul canale di bonifica, le chiuse e tutto quanto mi apparisse troppo chiaro e descrittivo”.
Giovanni Fantasia (Sassuolo, 1980) cura su Concretamente Sassuolo la rubrica di interviste “LAND\SLIDE, Spazi Fotografici”. Ha scritto la raccolta di poesia “Introduzione alle città” (Grafiche Zanichelli, 2007) e i romanzi “Santi, negri e scarafaggi” (Quarup Editrice, 2009), “Le pratiche del niente” (Incontri Editrice, 2014). Fotografa luoghi e persone dal 2011.