Un fiore come microfono per sentire la voce delle donne e un obiettivo per cogliere la luce diversa che ciascuna ha in sé: con questi due linguaggi, parola e fotografia, Marina Gellona e Irene Mastrocicco (autrici del progetto “infinit∞marzo“) vogliono capovolgere l’8 marzo e renderlo infinito, come l’arte sa fare: dandogli una forma, collezionando istanti, incontri con donne di età diverse, di storie differenti, di geografie altre che ascoltate tutte insieme, guardate in successione, creano senso, energia, società.
Percorrendo le strade, entrando nelle scuole e nei negozi, Marina e Irene hanno chiesto alle donne di raccontare in una parola che cosa fosse per loro essere donne e di rispondere a una domanda (“quando hai sentito forte la solidarietà di un’altra donna” a “di che cosa hai paura?”, a “per cosa hai lottato tanto?”, per citarne solo alcune).
Le frasi delle donne, generose nel raccontarsi e nel condividere il loro punto di vista, restituiscono il peso e la bellezza di una sfida umana e culturale e permettono di riflettere sui modelli di genere, sulle conquiste di consapevolezza collettive e singole delle donne, rispetto alle madri, alle figlie, agli uomini nella nostra società e su quelle ancora da realizzare.
Qui 50 donne che Marina e Irene hanno intervistato domenica 5 marzo durante l’iniziativa “Just the woman I am”. A Marina il compito di scrivere, a Irene le fotografie. “Vorremo che questo lavoro potesse dare a coloro che lo leggono la stessa emozione provata da noi nel realizzarlo:la sensazione della molteplicità viva, coraggiosa, contraddittoria e in continuo cambiamento che le donne mettono nel vivere, costruire e amare ogni giorno“.