Perché é importante non dimenticare? Antonio Sansica ce lo racconta con “Partigiani: Non c’era tempo per la paura”. Un progetto datato 2015, riproposto a cinque anni di distanza per celebrare il settantacinquesimo anniversario del 25 aprile.
Interessante é capire come Antonio sia arrivato a parlare di questo viaggio. Classe 1985, siciliano, dopo studi di Graphic Design a Roma si sposta a Londra grazie alla sua passione per la fotografia arricchita da una laurea al London College of Communication. E prosegue la sua esperienza dedicandosi soprattutto a fotografia da documentario, ritratti e paesaggi.
Storie di resistenza
Per l’amore verso una donna reggiana si avvicina alle storie di resistenza, vicine a lui per il suo essere italiano, ma lontane come siciliano. Per questo decide che é arrivato il tempo di capirle e farle sue, ma anche nostre, e si trasferisce da Londra a Reggio Emilia.
Qui sente il bisogno (e la necessità) di documentarsi, di scovare ed evidenziare le storie dei posti dove un movimento – quello partigiano – di libertà é nato. Dove si é sviluppato ed ha scosso le spalle per gridare contro quel sopruso che é stato nel secolo scorso il fascismo. Antonio lo fa come monito, soprattutto per le generazioni presenti e future, al fine di evitare che la storia possa ripetersi commettendo certi e/orrori.
Un viaggio resistente a Reggio Emilia e dintorni
Antonio raccoglie foto del passato e del presente per creare un filo conduttore o, come lo definisce lui, un “immaginario resistenziale”. Ovvero un percorso di quello che e’ stato il fascismo e l’anti fascismo a proprio a Reggio Emilia e nei dintorni, come gli appennini tosco-emiliani. E lo fa puntando il dito su tragici episodi come l’eccidio dei sette fratelli Cervi, o la strage di Marzabotto, ricordando bombardamenti da un lato ed i protagonisti della resistenza dall’altro, quali appunto il missionario e martire don Pasquino Borghi, oppure partigiani Francesco “Volpe” Bertacchini, Francesco “Willi” Notari, Bruno “Kira” Valcari o staffette come Giacomina Castagnetti o Giovanna “Libertà” Quadreri.
Il suo progetto si basa su una miscela di foto, proprie e non, di reperti dell’epoca e di momenti attuali. Antonio lo ha voluto fare a Reggio Emilia, che in lui ha richiamato concetti di tricolore, di padri costituenti e Resistenza.
Compositore, per aver raccolto foto d’archivio soprattutto grazie al supporto di Istoreco. Ma anche autore, perché ha scattato gli occhi odierni di quelle persone che hanno vissuto e visto cosa il male ha fatto alla nostra nazione.
Purché se ne parli.