MILANO. E’ una mostra sperimentale quella esposta, ancora per pochi giorni, a Milano. “Il racconto onesto“, la prima mostra della galleria Forma Meravigli, ci è stata presentata così. E non possiamo che essere d’accordo.

Nelle grandi sale della galleria milanese, fresca d’inaugurazione, infatti viene presentata un’esposizione che non da’ peso solo alle immagini ma da’ lo stesso importante peso anche alle parole a cui queste immagini si accompagnano.

 

“Il racconto onesto” è un racconto del presente visto da giornalisti, scrittori, indagato da fotografi e reporter, dove il giornalismo, la denuncia, gli interrogativi di questo nostro mondo si uniscono ai racconti espressi tramite le immagini. Stesse immagini che vanno a denunciare ed indagare frammenti di storie per farci riflettere, da diversi punti di vista, su quanto sta accadendo nel mondo.

 

Il racconto Onesto inizia con il racconto fotografico di Nicolò Degiorgis
Il racconto Onesto inizia con il racconto fotografico di Nicolò Degiorgis

 

La mostra inizia presentando il progetto di Nicolò Degiorgis, Hidden Islam, e la scelta non è quella di presentare le foto ma il testo integrale, con immagini, del libro edito da Rorhof, in cui Degiorgis presenta i luoghi dell’Islam: capannoni, di magazzini, di negozi, di angoli di supermarket, di appartamenti, di stadi, di palestre, di garage, di discoteche, cortili, case; luoghi in cui si prega, dove gli uomini sono intenti, reclini a pregare in direzione della Mecca. La particolarità di questo libro (segnalato come miglior libro d’autore al festival di Arles, nel 2014), oltre a presentare uno spaccato di società, è anche come è stato realizzato: e cioè, con foto in esterni (in bianco e nero) e in interni (a doppia pagina e a colori). Il libro -o meglio, più libri- sono dunque presentati in una bacheca di vetro. Sono state scelte alcune immagini mantenendo pur una copia di Hidden Islam in consultazione.

Dall’altro capo della sala, il proseguimento della ricerca di Degiorgis. Di nuovo un libro che questa volta mappa (senza immagini, ma con grafici) i luoghi di culto con a fianco una grande foto rappresentativa della sua ricerca.

 

Degiorgis
Degiorgis

 

“Il racconto onesto” poi prosegue. Racconta le storie di mafia (lo fa con gli scatti di Tommaso Bonaventura, Alessandro Imbriaco e Fabio Severo), di immigrazione (con gli scatti di “From There to Here” di Giulio Piscitelli), di abusivismo nelle abitazioni (nel progetto di Francesca Leonardi), sulla antropizzazione estrema (lo fa TerraProject in Coste italiane), sulla crisi politica (negli scatti di Gianni Cipriano), sull’iconografia della Sardegna (negli scatti di Alessandro Toscano) e le tradizioni (negli scatti di Manuela Meloni) e un progetto sulla Grande Guerra (a cura di Luca Campigotto).

 

Parole e immagini si intrecciano convulsamente per far riflettere il più possibile per cercare nuove domande, porsi nuovi quesiti. E per stimolare l’attenzione l’allestimento cambia per ogni progetto presentato.

 

 

A chiudere l’esposizione, “Il Diario di Felix” di Emiliano Mancuso mentre un’altra sala è dedicata alla proiezione del documentario di Tommaso Ausili, che riprende e spiega il progetto fotografico “La polvere sotto il tappeto“, un reportage sulle conseguenze dell’uso e lavorazione dell’amianto, quando ancora questo non era stato bandito dalla legge e veniva fatto lavorare a mani nude.

 

Proiezione del doc sulle conseguenze dell'amianto.
Proiezione del doc sulle conseguenze dell’amianto.

 

Insomma, “Il racconto onesto” ripercorre i più grandi ‘malesseri’ e i cambiamenti con cui si sono dovuti confrontare negli anni gli italiani. Racconta il nostro passato, il presente ma anche quello con cui dovremo fare i conti in un futuro non troppo lontano. Una mostra che val la pena guardare, magari cercando di approfondire ogni progetto e metabolizzarlo per cercare di capire chi siamo, come popolo e società, e in quale direzione stiamo andando.