[quote_box_center] Otsuchi, città di pescatori nel distretto di Iwate, fu probabilmente la più colpita dallo Tsunami che devastò il Giappone l’11 marzo 2011. Circa il 10% della popolazione morì o risultò dispersa e il 60% degli edifici abitati furono pesantemente danneggiati. Il sindaco di allora e molti impiegati comunali persero la vita e l’attività amministrativa di Otsuchi si paralizzò. In mezzo a un caos del genere le persone iniziarono a recuperare le foto di famiglia che trovavano fra i detriti della città, per cercare di mantenerne viva la memoria. [/quote_box_center]
E’ da questo assunto che prende vita il progetto del giovane fotografo argentino Alejandro Chaskielberg che al festival di fotografia Cortona On The Move (open fino al 27 settembre) presenta una vera e propria documentazione visiva di quella che è stata la distruzione subita dalla gente di Otsuchi e dalla perdita dei loro cari e, in qualche modo, della loro vita fino che lo l’arrivo dello tsunami ha spazzato via tutto.
Grandi scatti accostati a fotografie personali, ritrovate a distanza di giorni o mesi, trasportate e rovinate dall’acqua, per riportare alla memoria ciò che è successo e documentare uno dei grandi drammi vissuti nella città giapponese.
In “Otsuchi Future Memories” infatti Chaskielberg presenta due parti dello stesso progetto. Da un lato, sul muro dell’ex magazzino delle carni, rovinato dal tempo, ritroviamo grandi scatti con i sopravvissuti di Otsuchi che posano davanti ai resti delle loro case. O ancora, scatti che documentano ciò che rimane di una civiltà spazzata via dalla violenza dell’onda. Resti di vite cancellate, di edifici sbriciolati dalla violenza dello tsunami.
I colori -toni accesi e forti contrasti- destabilizzano, amplificano la sensazione di distacco dalle foto dei ricordi appese alla parete opposta quasi a sottolineare quel filo sottile che sta tra una vita passata e una presente, sottolineando uno stato d’animo lacerato, evidenziando in un gioco di contrasti quello che è rispetto a quello che era.
Poi, racchiuse in cornici una diversa dall’altra, disposte come ricordi di famiglia, ci sono anche le foto ritrovate dal fotografo e trasportate dall’acqua per chissà quanti giorni. Si tratta di immagini distrutte, con immagini deformate, sfocate e alterate dagli effetti dell’acqua salata che, disposte così suscitano empatia e fanno entrare lo spettatore nel progetto.
Un po’ voyeuristico ma certamente di grande impatto emozionale. Non solo, come sempre la location aiuta ad immergersi nel progetto fotografico. La scelta di esporre all’ex magazzino delle carni, infatti, esalta (e completa) un progetto di ricerca come quello di Chaskielberg.
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EX MAGAZZINO DELLE CARNI
VIA SANTUCCI 5
17 LUGLIO – 31 AGOSTO H 10.00-20.00
1 – 27 SETTEMBRE, DAL LUNEDÌ AL GIOVEDÌ: H 10.00-13.00 E 15.00-19.00 – VENERDÌ, SABATO E DOMENICA: H 10.00-19.00
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