CORTONA. Ha aperto per la prima volta quest’anno la sede espositiva di Palazzo Ferretti, già sede della biglietteria del festival fotografico toscano di Cortona On The Move. E per inaugurare questa nuova location saranno tre le mostre fondamentali da vedere tra cui “La ville noire” di Giovanni Troilo, progetto su una cittadina nei pressi di Bruxelles specchio dell’Europa intera: il collasso della produzione industriale, l’aggravarsi della disoccupazione, l’incremento dell’immigrazione, la diffusione della microcriminalità, la regressione del benessere sociale e la perdita di un’identità condivisa. Il progetto è diventato molto famoso perché aveva vinto il World Press Photo 2015 sotto la categoria ‘storie di attualità’, titolo poi revocato per errori nella compilazione delle didascalie. La controversia poi è sfociata anche nelle tecniche e nei protagonisti delle foto: in uno degli scatti sembra che a comparire sia il cugino del fotografo. E, secondo i giudici, questo avrebbe creato un legame emotivo con i protagonisti della foto, valicando ancora una volta i confini del reportage e diventando “ritratto”.
Il festival di Cortona ha voluto avere nelle proprie sedi espositive questo progetto e questa è stata la prima mostra dedicata a “La ville noire” dopo la burrasca legata al premio.
A Palazzo Ferretti, poi, anche la mostra “Sotto la pelle” con scatti di Mario Giacomelli. Ideata da Schilt Publishing & Gallery in collaborazione con Cortona On The Move e Archivio Mario Giacomelli – Sassoferrato, l’esposizione ha presentato una selezione di 20 stampe vintage dell’artista, scomparso nel 2000, molte delle quali sono inedite. Si tratta di un viaggio attraverso le serie Presa di Coscienza sulla natura, Metamorfosi della terra, Motivo suggerito dal taglio dell’albero, Poesie in cerca d’autore.
Ancora, a Palazzo Ferretti il reportage di Txema Salvans “The waiting game”, viaggio in cui il fotografo spagnolo ha percorso la costa spagnola del Mediterraneo fotografando le strade della prostituzione in diversi scenari: agli incroci e alle rotatorie, nelle terre sconfinate delle zone industriali, sui marciapiedi e le banchine. Luoghi che sono realmente “terra di nessuno”, dove il paesaggio desolato enfatizza l’alta intensità emotiva di quell’imperturbabile business che è la prostituzione. I metodi di ricerca di Salvans sono simili a un’indagine scientifica. Una volta individuati i luoghi e i soggetti, l’autore li approccia travestito da operaio, il che gli permette di sviluppare il suo progetto in parte come un’analisi sociologica e in parte come una narrazione onesta. In queste fotografie la figura isolata di una prostituta in attesa, nella postura stereotipata di un oggetto sessuale, si staglia ad una distanza media che è impressionante e talvolta addirittura tragica.
Tutte le mostre aperte fino al 27 settembre.
Info: www.cortonaonthemove.com