Setomaa è un giovane regno in Estonia a sud del Lago Peipus, al confine con la Russia, abitato dal 6 mila abitanti tra cui 4 mila facenti parte del popolo di Zetod o seto. A questo regno,, il fotografo Jèrèmie Jung ha dedicato un intero progetto.
Un progetto che, fino al 25 agosto, sarà possibile vedere tra quelli proposti nella collettiva “Walls of Power” a cura di István Virágvölgyi, al festival Les Rencontres d’Arles.
Setomaa. Un regno ai margini
A circa 20 anni dalla dichiarazione di indipendenza dell’Estonia, la Russia non ha ancora ratificato un trattato sul loro confine comune. Nei fatti, dunque, questa frontiera è anche un confine per l’Unione europea e lo spazio Schengen e il regno di Setomaa è in mezzo ad una duplice divisione. L’autore si è dunque chiesto come potesse mancare un fondamentale diritto internazionale e come si svolgeva la vita al confine.
Per questo Jung ha deciso di raggiungere Setomaa e indirizzare la sua indagine esplorando questo territorio che tiene in piedi un equilibrio strano, con un approccio di conservazione ed identità, e iniziando a convivere per lungo tempo tra la popolazione.
“Volevo vedere ed esplorare lo strano territorio in equilibrio della popolazione di vivere tra due paesi diversi e cercare di capire il loro approccio “etnofuturistico” di conservazione e affermazione dell’identità. In questa comunità mi è stato presentato Peko, un re che riposa per l’eternità in un monastero russo, con cui ho avuto modo di passare molto tempo. Nella stessa tenda, poi, ho incontrato un vice-re, Zetod, con la sua spada di legno, e Taavi Rõivas, primo ministro estone. A Setomaa gli abitanti non posso più distinguere il reale dall’immaginario né distinguere il passato dal presente. Che siano temporali, geografici, politici, spirituali o religiosi qui i confini sembrano essere sfocati“.