Bambini, ragazzi, adulti, famiglie intere. Tutti mostrano una lavagnetta su cui hanno scritto, con un gessetto, un loro sogno.
E’ questo Mapa de Sueños latinoamericanos, il progetto fotografico di Martin Weber, recentemente esposto a Palazzo Tadea di Spilimbergo (PN) per la rassegna Friuli Venezia Giulia Fotografia 2019, promossa dal Craf – Centro di Ricerca e Archiviazione Fotografica.
Mapa de Sueños latinoamericanos
Martin Weber, con Mapa de Sueños latinoamericanos ha costruito un racconto fotografico con centinaia di persone incontrate in Sud America dal 1992 al 2013 differenti per età, origine ed estrazione sociale nei loro desideri e aspettative. Ogni immagine, realizzata con banco ottico, è un racconto a sé che unisce anche un indagine storico-culturale sulla società latinoamericana.
Luoghi, storie e dettagli non solo narrano la condizione del posto e la società in essa rappresentata, ma sopratutto porta alla luce il punto di vista del soggetto stesso: è, secondo l’autore, un immaginazione verso il cambiamento del destino di ognuno di noi, in un atto di resilienza, di adattamento e di una forte speranza verso un futuro migliore. Con il passare del tempo e la consapevolezza dell’idea concettuale legata questo progetto, Weber è andato alla ricerca dei sogni delle persone in tutta l’America Latina, dall’Argentina a Cuba, dal Messico al Perù, in Nicaragua, Guatemala, Brasile e Colombia. Un progetto durato e curato per vent’anni che ha visto evolversi la società contemporanea da Weber analizzata anche rispetto alle politiche governative intraprese da ciascun Paese. La mostra è costruita da 50 immagini in bianco e nero – che sono un estratto dal libro omonimo e dal documentario “Map of Latin American Dreams” di prossima uscita – che chiede partecipazione anche allo spettatore invitato a scrivere le proprie aspettative, desideri su una lavagnetta nera con gessetto bianco. Il Craf per la rassegna 2019, attualmente in corso, ha scelto il progetto “Mapa de Sueños latinoamericanos” per assegnare a Martin Weber il premio “International Award of Photography 2019” .
Chi è Martin Weber
Martin Weber (1968) è un fotografo argentino e artista multimediale. Ha studiato all’Università di Buenos Aires e, vinta una borsa di studio, entra all’International Center of Photography di New York. Nel 2016 ha ricevuto il Great Prize on Installations and Alternative Media al National Salon in Argentina. Ha anche ricevuto borse di studio dalla Fondazione Guggenheim, Prince Claus, il premio Silver Eye, No Strings Foundation, Hasselblad, Magnum Foundation Fund, il premio Klemm Foundation Firs, Fondo Nacional de las Artes.
Ha partecipato a residenze di artisti al MAC e D21 (Santiago, Cile/2014), CPW (Woodstock/2004), Light Work (Syracuse/2002), IASPIS (Stoccolma/1998). Map of Dreams Latin American, il suo primo film come regista, è stato sostenuto nel 2013 dall’argentina INCAA (Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales) mentre nel 2016 dalle case di produzione cinematografica EFICINE e Sørfond. È stato dichiarato nel 2014, 2015 e 2017 di interesse culturale dalla città di Buenos Aires. La casa editrice RM ha recentemente co-pubblicato il suo secondo libro Map of Latin American Dreams.
Tra le sedi espositive di Martín Weber: Getty Museum, Los Angeles (2017) Palais de Glase, Buenos Aires (2016), Museum of Contemporary Art and Tajamar and Temporal Galleries, Santiago del Cile (2014); Festival di Cortona, Italia (2014); CDF Montevideo Fotograma-13 (2013); facciata di intervento del Centro culturale San Martin, Buenos Aires (2013); Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires (2012/1996); Benzacar, Buenos Aires (2011/2002); The Project Gallery, Los Angeles (2004) e New York (2002/2000), The Photographer’s Gallery, Londra (2003); Robert Menshel Gallery, Light Work, Syracuse, New York (2003); PHotoEspaña, Madrid (2001); Le Mois de la Photo Maison de L’Amerique Latine, Parigi, (2000); The International Center of Photography, New York (1999); Kwangju City Art Museum, Corea (1999); Museum of Fine Arts Houston, Texas (1997); The Havana Biennial (1996); The Istanbul Art Biennial (1997), TGSM Buenos Aires, e Milano (1996).