Nell’ottobre del 2015 Rigonce, una tranquilla cittadina agricola sita in Slovenia al confine con la Croazia, viene svegliata dal rumore assordante di carri armati, megafoni e elicotteri. Un momento terribile a cui segue l’attraversata di migliaia di migranti in fuga dalle guerre e violenze in Siria, Afghanistan e Iraq per raggiungere la Germania e l’Austria.
Una storia che interessato il fotografo Ciril Jazbec e che è stata punto di partenza per il progetto Refugee stream into your town in mostra ad Arles, per Les Rencontres, a Maison des Lices, fino al 25 agosto.
Erano ormai 70.000 i migranti che avevano già attraversato due continenti in barca, treno e a piedi e le frontiere ungheresi iniziarono a chiudere le frontiere perchè la loro terra, nel giro di poche settimane, diviene un luogo di passaggio per questi individui in fuga.
Tanti i migranti che si sono riversati lungo la strada principale di Rigonce, che è appena abbastanza larga da far passare due auto. Una strada fiancheggiata da circa 20 case e alcuni piccoli giardini di lattuga e cavoli. Al loro passaggio, i migranti hanno gettato la spazzatura lasciandosi alle spalle bottiglie di plastica, carte stropicciate, coperte e cappotti.
Per Rigonce questo era inaccettabile. Tra le contendenti per il villaggio più ordinato della contea, questa situazione non era accettabile. Il fenomeno ha coinvolto famiglie che vivevano a Rigonce da generazioni, che si sono sentite invase da frotte di individui in emergenza. Anche perché l’emergenza degli uni equivaleva allla tranquillità persa dagli abitanti.
Un momento di nervosisimo e irrequietezza con tante emozioni contrastanti, che nella documentazione di Jazbec sono ben visibili sia nei ritratti che nell’atmosfera trasmessa.
“Non ho mai pensato o immaginato che avrei raccontato una storia dove erano coinvolti i rifugiati di guerra a casa mia” ha detto Jazbec.
“Nel 2015 la Slovenia era improvvisamente di fronte a un massiccio afflusso di rifugiati. Per gli abitanti del villaggio di Rigonci al confine con la Croazia, fu una catastrofe. Questa è una storia narrata dal punto di vista degli europei le cui vite sono state radicalmente cambiate dall’oggi al domani. Nel giro di un paio di settimane, Rigonci, un villaggio di 176 abitanti, divenne un punto di passaggio per migliaia di migranti in rotta verso la Germania e l’Austria”.