Ci hanno abituati sin dall’inizio a ricercare la fotografia nei luoghi meno in vista di Ferrara, quelli che solitamente non sono mai aperti al pubblico. E qui le storie raccontate dai fotografi, attraverso i loro progetti, i loro scatti, hanno preso vita, anno dopo anno, edizione dopo edizione.
Più passa il tempo e bisogna dire che il festival di fotografia Riaperture di Ferrara non delude perché anche se si alza il tiro (e se i tempi per organizzare un festival fotografico o una mostra negli ultimi anni non sono stati i migliori a causa della pandemia da Covid-19) una volta terminato il percorso delle mostre si è soddisfatti. Di aver scoperto nuovi fotografi, di aver visto nuovi posti, di come le fotografie vengono disposte e allestite di volta in volta per raccontare meglio la storia (o le storie) che stanno dietro ad un certo progetto.
Ecco perché anche quest’anno vi consigliamo di andare a visitare le mostre di Riaperture e di tenere a mente l’appuntamento del prossimo anno. Un’edizione, questa del 2022, arricchita di eventi (non solo workshop, letture portfolio e incontri con gli autori), ma anche dj set, biciclettate in città notturne per raggiungere le varie sedi, il circuito di mostre off: tutto per portare la fotografia a Ferrara, farla uscire dalle sedi e smuovere (culturalmente e non solo) un’intera città.
Per quanto riguarda le mostre quest’anno il filo conduttore dell’evento è il viaggio, declinato sotto diversi punti di vista. Insieme ad Alessandro Bergamini si va alla scoperta di popoli di etnie diverse e si cerca di comprendere i loro sguardi, di capire usi e costumi attraverso abiti, movenze e rituali. con Sara Melotti, invece, si va alla ricerca di quella bellezza che ci distingue gli uni dagli altri: ancora un viaggio intorno al mondo con un focus femminile.
Il viaggio di Alison Luntz si ferma all’interno di una stanza, un giardino, o qualsiasi luogo confinato. Il suo progetto è nato in tempo di Lockdown dove la fotografa si è scattata una serie di autoritratti fingendo di viaggiare, trascorrere tempo con altre persone e vivere una vita quanto più normale possibile, come in pre-pandemia.
Periodo duro quello della pandemia che ha visto Andrew Rovenko escogitare un piano per cercare di “tirare avanti” in queste giornate di chiusura totale. Creando un abito da astronauta per la figlia di 4 anni, il fotografo si è impegnato per creare storie con la piccola, nel raggio di pochissimi km e all’interno del perimetro di casa.
Un viaggio nel tempo, nello spazio e nella memoria è quello che ci offre Fulvia Bernacca con un progetto che si ispira al mestiere del nonno: il metereologo. Come suggerisce il cognome, ci si riferisce al mitico colonnello Bernacca, e il lavoro della nipote intende costruire nuovi luoghi e nuovi sogni.
Con Guia Besana si rimane tra le nuvole. La fotografa, infatti, presenta a Ferrara un lavoro incentrato sulla paura di volare. All’opposto, invece, il lavoro di Alexander Bronfer: ben saldo in terra – o meglio – in mare. Un viaggio fotografico sul Mar Morto, un luogo contraddittoria, sia turistico che rifugio di fanatici, martiri, re.
Ancora, Giovanni Chiaramonte ci accompagna negli Stati Uniti, nel mitico West. La sua non è una documentazione di luoghi ma un’analisi profonda dell’esistenza umana.
E poi la musica. E di nuovo il viaggio. Questa volta la tappa sono i rave party che si svolgono illegalmente in diversi luoghi. Alessandro Inches ci porta all’interno di queste realtà e ci mostra il loro vero significato.
Diverso è il lavoro di Alba Zari che usa il viaggio come mezzo di esplorazione e di indagine per ritrovare le sue origini. Un lavoro intenso e meticoloso. Così come quello di Valerio Muscella e Michele Lapini che hanno realizzato un progetto che esplora le condizioni di vita delle persone migranti bloccate in Bosnia. Uomini, donne, anziani, bambini alle prese con il significato di migrazione e la violenza di frontiera.
India, Cina, Indonesia, Stati Uniti, Germania, Bulgaria, Nigeria, Slovenia e Italia sono i luoghi in cui Rocco Rorandelli ci trasporta per farci capire cosa sta dietro all’industria del tabacco. Un settore complesso che influenza il potere delle aziende con forti ripercussioni sulle persone.
Il percorso si conclude poi con le fotografie dei vincitori del World Water Day, la Giornata Mondiale dell’Acqua. Ogni immagine racconta i diversi aspetti dell’acqua come diritto fondamentale dell’umanità e fa riflettere sugli effetti dovuti alla carenza di questo bene prezioso.
E a proposito di carenze, lo sfruttamento delle risorse ambientali si fa un tema forte nel lavoro di Paolo Verzone, realizzato nell’Arcipelago delle Svalbard, uno dei pochi luoghi in cui il cambiamento climatico è monitorato da decenni.
Mostre che, con i loro allestimenti particolari all’interno di ville, ex scuole abbandonate, banche ormai dismesse e persino nell’acquedotto cittadino, raggiungono un fascino ineguagliabile donando forza alle storie che raccontano le fotografie.