A Palazzo Sarcinelli, nella graziosa cittadina trevigiana di Conegliano, c’è una mostra tutta da guardare e che, in questi giorni di festa se siete nei paraggi, ve la suggeriamo noi. Di cosa si tratta? Di Ron Galella. Paparazzo Superstar.
In tutto ci sono nove sale. 180 fotografie di celebrità del Ventesimo-Ventunesimo secolo, un corpus di immagini che condensa il lavoro di una vita intera spesa nella fotografia dall’autore statunitense (ma di origini italianissime) Ron Galella. Mancato il 30 aprile scorso, durante la progettazione della mostra a cura di Alberto Damian, in questa bella esposizione notiamo non solo la sua personale caparbietà da professionista, ma anche gli occhi di uomo incline alla caccia. Di pettegolezzi, ovviamente. Un interesse, quello nei confronti dello spettacolo di Hollywood, che gli era stato trasmesso dalla madre che spesso lo portava con sé al cinema.
Per Luciano Spaziante (docente di Estetica e Filosofia del linguaggio di Bologna) l’esposizione “sembrerebbe l’album di un mitomane”. Un’affermazione azzeccata quando si entra, per esempio, nella sala 8 dedicata a Jacqueline Kennedy Onassis che conosciamo tutti come icona di stile e raffinatezza e vedova del presidente John Fitzgerald Kennedy. A lei viene dedicata un’intera sezione di immagini che ci fa capire come la professione di paparazzo era diventata anche un ossessione per l’autore. Galella, infatti, fu coinvolto in un processo in cui dovette sborsare un ammenda di 10 mila dollari per atti persecutori e molestie per invasione della privacy.
La sequenza di immagini, poi, offre anche una lettura di cambiamenti epocali sulla storia della moda, nella manifestazione delle libertà personali e rispetto al fenomeno dell’idolatria verso un personaggio, esplosa anche grazie al lavoro dei fotografi paparazzi come Galella.
Cosa ci si può aspettare da questa mostra?
In primis, se siete appassionati di cinema, di musica, di arti visive e ritratto, almeno in una delle sale troverete il vostro idolo, un personaggio che vi è sempre stato antipatico e sicuramente una fotografia che avrete già visto da qualche parte. Celebrità al naturale, slegate dall’eccessiva presenza e finzione social.
I divi che vi potete aspettare ci sono quasi tutti. Il singolare modo di lavorare di Galella gli ha permesso di raccogliere un vastissimo album di emblematiche personalità, innovatori in vari campi del mondo della spettacolo e della cultura.
Ma nel concreto, in che modo Galella riuscì a riprendere tutte queste celebrità?
L’autore era un fotografo dotato di un’eccezionale inventiva, fuori dagli schemi: una qualità che lo rese un paparazzo prolifico e straordinario. Per non farsi scappare l’occasione spesso bloccava con del nastro adesivo gli obiettivi delle proprie macchine fotografiche, impostando una messa a fuoco e una diaframma fissi. Altre volte teneva l’apparecchio fotografico ad altezza dell’ombelico, mentre si intratteneva con il divo o, ancora, andava a caccia del primo piano per guardarli negli occhi. Prima di arrivarci, però, ricorreva ad alcuni stratagemmi arrivando persino a perseguitare le celebrità, corrompendo a volte portinai e segretari, travestendosi o addirittura intrufolandosi in eventi in cui non era stato invitato.
Come è disposto l’allestimento e chi si incontra?
Le sale sono suddivise per tematiche. Ad esempio, la sala 2 è dedicata al cinema e qui sono esposte fotografie che riprendono la vita quotidiana delle star, immortalate di nascosto o all’improvviso, secondo il paparazzi approach. Troviamo le celebrità degli anni Sessanta e Settanta tra cui le immense Audrey Hepburn, Jane Fonda, Sofia Loren e Goldie Hawn. La sala 3, invece, omaggia la chiacchieratissima coppia formata da Elizabeth Taylor e Richard Burton mentre nella sala 4 troviamo i divi del grande cinema. È qui che si incontrano gli affascinanti Robert Redford, Dustin Hoffmann, ma anche Jack Nicholson, Roger Moore, Al Pacino, Silvester Stallone e il compianto Robin Williams in una posa esilarante. Si procede verso la sala 5 con le icone della musica britannica. Inconfondibile la smorfia di Mick Jagger dei Rolling Stones, i vari ritratti del Duca Bianco David Bowie, John Lennon e Yoko Ono in un ritratto molto amorevole ripreso alla 17esima edizione dei Grammy Awards, oltre ai Beatles, Elton John, la principessa del Galles Lady Diana e Andy Warhol.
In sala 6 troviamo le icone della musica USA che hanno fortemente condizionato la cultura mondiale, grazie al concetto di soft power veicolato anche dal cinema di Hollywood e dalla musica. Ed ecco quindi aprirsi la sala con Cher, Liza Minelli, Diana Ros, Bob Dylan. C’è anche quella forza della natura, l’indimenticabile Elvis Presley e poi il vero King of Pop, Michael Jackson. Una vera dinamite dell’intrattenimento che con il suo incredibile talento ha innovato l’industria della musica, conquistando milioni di persone in tutto il globo con i suoi successi. Thriller, che ha venduto oltre cento milioni di copie, proprio quest’anno ha spento 40 candeline dalla pubblicazione. Una vita piena di successi ma costellata anche da gravi problemi esistenziali. Galella, che lo ha ritratto moltissimo insieme Jacqueline Kennedy e Liz Taylor, lo ha omaggiato – dopo la sua scomparsa nel 2009 – con un libro “Man in the Mirror” che riprende il titolo di un suo celebre brano.
Si prosegue, poi, in sala 7 con i ritratti di Andy Warhol e altre star del mondo dell’arte come Keith Haring e una sotto-sezione dal titolo “Viva l’Italia” un omaggio alle celebrità italiane in cui si incontrano una bellissima Virna Lisi, Anna Magnani, Vittorio Gassman e Federico Fellini. Si attraversa la sala 8, “Jackie, la mia ossessione” ovviamente dedicata a Jacqueline Kennedy Onassis per finire con la sala 9 che mostra tutti i divi incontrati nello Studio 54, fulcro della vita di New York negli anni Settanta. Qui, l’immagine con il ballerino Michail Baryšnikov e Liza Minelli è un emblema che racconta quegli anni folli e divertenti. Ad inizio mostra, inoltre, vale la pena fermarsi a vedere il documentario sulla eccezionale vita di Ron Galella.