a cura di Katiuscia Dallaglio
REGGIO EMILIA. Il 5-6-7 maggio inizierà a Reggio Emilia la dodicesima edizione di Fotografia Europea, un festival che richiama ogni anno artisti da tutta Europa e che vedrà protagonisti la fotografia e l’arte in ogni sua forma. Il festival sarà – come nelle passate edizioni – un punto di incontro di stili e sguardi diversi, proiettati al tema del Festival che per l’edizione di quest’anno è “Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro”. Come nelle scorse edizioni, Fotografia Europea si compone di un circuito principale che vede come protagonisti artisti affermati e di fama internazionale, che per l’occasione sono invitati ad esporre le loro opere in eleganti palazzi storici della città reggiana. Tra i nomi di quest’anno compaiono quello di Gianni Berengo Gardin, Joan Fontcuberta e Paul Strand, per citarne solo alcuni.
Il Festival però, da anche spazio ad un circuito parallelo, il Circuito OFF, che distribuirà mostre in tutta la città, comprese strade, vetrine e angoli spesso inesplorati. La classica passeggiata in Via Emilia si trasforma in un colorato percorso tra le viuzze cittadine, all’insegna dell’arte e della cultura. Tra le mostre OFF, oggi menzioniamo quelle del Circuito di Via Roma, una delle vie più antiche della città. Via Roma è una realtà multiculturale, si potrebbe definire un esperimento sociale perfettamente riuscito. Con la sua anima alternativa, Via Roma è un esempio di integrazione e convivenza di italiani (reggiani ma non solo) e persone di diverse etnie, un connubio che crea una comunità unica e unita. L’amore per Via Roma e per la cultura sono il motore del Festival, che è organizzato principalmente dal comitato degli abitanti e dei commercianti del quartiere e che l’anno scorso ha contato migliaia di visitatori. #FE2017viaroma vuole essere un Festival nel Festival, un evento che riflette l’anima pop e controcorrente del quartiere. Anche questa edizione di FE2017ViaRoma ha il suo tema: “Aiuto foto cancellate per sbaglio”, una delle frasi che più di frequente viene digitata sui motori di ricerca per recuperare foto cestinate accidentalmente.
Tra i progetti in mostra per il Festival di Via Roma, diversi riguardano il tema del viaggio, dei confini e delle deportazioni. Fotografia e arte diventano il mezzo per ricordare la storia, per documentare e per trasportare lo spettatore in posti lontani. In questo contesto, si inserisce Alessandro Ruzzier, artista triestino, che con il progetto “Custodia” esplora una parte della città per catturarne l’anima e raccontarla a chi non ha la possibilità di viverla direttamente. L’intervento combinato di uomo e natura sulla città è fonte di mutamento della stessa, che a sua volta è parte del percorso fotografico.
Un’altra metamorfosi – semantica questa volta – è quella raccontata da Paolo Balboni con l’opera “Die Mauer (Il Muro)”. In questo progetto l’artista mostra come in 55 anni, dal 1961 al 2016, il muro di Berlino sia passato da strumento di divisione a supporto di libera espressione. Nel progetto, Balboni usa fotografie di archivio che mostrano la porzione di muro rimasta ed entra in macro nelle imperfezioni della superficie e nelle crepe per enfatizzarne la bellezza in quanto depositarie del tempo. Il progetto restituisce così equilibrio a una delle strutture più brutte e dannose dei nostri tempi.
Un altro esempio di fotografia documentaria in mostra è il progetto di Christian Parolari, Paolo Grassi e Matteo Spertini, “L’Europa Deporta”. I tre artisti documentano il percorso travagliato di un gruppo di rifugiati politici ospitati in provincia di Varese, attraverso immagini di still-life che raffigurano oggetti scelti dai protagonisti a rappresentanza del loro bagaglio di viaggio.
Un’altra storia di confini è quella portata in mostra da Ivano Di Maria, fotografo professionista che indaga il concetto di confine in Europa attraverso una serie di viaggi che hanno toccato 20 frontiere e 3 campi profughi. Il risultato di questo percorso, che è durato 3 anni e che ha generato (tra reportage e fermi di polizia) più di 9000 fotografie e 200000 parole scritte, è “Europe Around The Borders”, in mostra presso la Gargotta del Popol Giost, in Piazza Scapinelli.
Il festival di Via Roma, oltre ad essere un vero e proprio generatore di cultura, promuove anche gli scambi interculturali con le “residenze d’artista”, periodi di circa una settimana in cui gli abitanti del quartiere di via Roma ospitano nelle loro case fotografi, performer, grafici e artisti, accompagnandoli per le strade cittadine con l’intento di offrire loro ispirazione. Da queste residenze nascono progetti fotografici importanti come “How Far Now” di Ilaria Crosta e Niccolò Hebel, in mostra presso l’Hotel City. I due artisti franco-italiani hanno voluto dare spazio ai “nuovi” abitanti di via Roma – profughi provenienti da diversi paesi, ospitati temporaneamente proprio all’Hotel City – fornendogli una macchina fotografica usa-e-getta. Il risultato ha dato vita a un nuovo modo di vedere la città e il quartiere, un esperimento fotografico riuscito che dimostra come esista sempre un valido motivo per incontrarsi.