MODENA. In occasione del Giorno della Memoria anche la Galleria civica di Modena, in collaborazione con la biblioteca “Antonio Delfini”, ha aderito al progetto dell’associazione Ecad “La Shoah dell’arte” che prevede che nel corso di tale giorno venga esposta e adeguatamente valorizzata un’opera legata alle drammatiche persecuzioni naziste contro la cosiddetta “arte degenerata” e alle discriminazioni politiche e razziali perpetrate dal regime hitleriano, presente nelle collezioni del museo. La scelta è caduta su una fotografia dell’artista tedesco August Sander, Pittore [Anton Räderscheidt], del 1926, che sarà esposta presso la Biblioteca Delfini, in sala Chiesa, durante tutta la giornata del 27 gennaio (in orario di apertura della biblioteca).
La fotografia qui esposta, una delle opere più celebri di August Sander, è il ritratto del pittore Anton Räderscheidt, eseguito nel 1926. Nato a Colonia nel 1892, Räderscheidt frequentò i gruppi di artisti più sovversivi del proprio tempo e a metà degli anni Venti aderì al movimento della “Nuova Oggettività”. All’avvento del nazismo fu costretto a rifugiarsi a Parigi, e le sue opere furono sequestrate e in gran parte distrutte dal regime come “arte degenerata”. Dopo l’occupazione della Francia, fuggì in Svizzera e poté ritornare in Germania solo nel 1950.
August Sander (Herdorf, 17 novembre 1876-Colonia, 20 aprile 1964) è stato uno dei più importanti fotografi del Novecento, la cui influenza sulle generazioni successive perdura ancora oggi. Nel corso degli anni Venti concepì e diede avvio a un progetto monumentale dal titolo Menschen des 20. Jahrhunderts (Uomini del XX Secolo): un affresco della società tedesca dell’epoca attraverso migliaia di ritratti, suddivisi per classi sociali e da realizzare secondo i criteri dell’oggettività documentaria. A causa delle implicazioni politiche e filosofiche connesse al suo lavoro, Sander entrò in conflitto con il regime nazista, che nel 1936 sequestrò tutte le copie del suo libro Il volto del tempo e distrusse numerose lastre di negativi. Altre migliaia di negativi andarono persi nel 1944 durante il bombardamento alleato di Colonia, in cui fu colpito anche il suo studio. La persecuzione nazista si abbatté anche sul figlio Erich: membro del Partito Socialista dei Lavoratori, nel 1934 fu arrestato e condannato al carcere, dove morì 10 anni dopo.