PADOVA. La “Bella Partigiana” è uno degli scatti simbolo della mostra Questa è guerra a Palazzo del Monte. Lo scatto del 1944 ritrae una giovane ragazza, partigiana della Resistenza italiana, capelli sciolti, sciarpa, borsone e con il fucile in mano.
In suo onore, ma anche in onore di tutte le donne che hanno vissuto il conflitto bellico sulla propria pelle, l’ingresso alla mostra sarà gratuito per tutta la giornata dell’8 marzo. L’invito è valido per tutte le donne che si presenteranno a Palazzo del Monteper la “Festa della Donna”.
All’apparenza questa una mostra è la cosa più lontana che si possa immaginare per festeggiare l’8 marzo eppure, se lo sguardo diventa appena meno superficiale, ci si rende conto che “Questa è guerra!” è una mostra anche, e soprattutto, per donne.
In Palazzo del Monte, sono infatti davvero molte le donne ritratte dai grandi della fotografia. Per raccontare le guerre e i terribili disagi che i conflitti hanno causato nelle diverse società. Disagi pagati spessissimo proprio da donne, impegnate a tenere comunque vive famiglie e comunità prive dei loro uomini impegnati sui fronti. Donne che subiscono e superano le violenze delle guerre. Donne che, di fronte alle rovine delle loro case e delle loro vite sanno chiamare a raccolta le forze per cominciare a ricostruire case ed esistenze dilaniate. Donne che si impegnano, accanto ai loro compagni maschi, nelle guerre, con ruolo tutt’altro che subordinato.
Per capire quanto, nelle guerre del Novecento e in quelle purtroppo ancora in corso, sia stato e sia importante il ruolo delle donne basta far scorrere lo sguardo tra le 350 immagini riunite in Palazzo del Monte. Senza alcuna difficoltà ovunque si troveranno donne, quasi che la loro presenza assicuri la sopravvivenza di un po’ di umanità nella disumanità dei conflitti. Donne che, con saggezza atavica, sanno cogliere anche l’occasione di un piccolo sole per riunire i bambini in uno spelacchiato lembo di verde in una città abbandonata e improvvisare lì, nel più triste dei luoghi, una piccola, serena spiaggia domestica.
Donne che, come quella nell’immagine di autore ignoto scelta dalla Fondazione Cariparo a simbolo dell’ 8 marzo, guidano altre donne e altri uomini tra le nevi delle Alpi dove tutte e tutti operano come partigiani. Un’ immagine di tale forza positiva da essere stata scelta, sul finire del secondo conflitto mondiale, come immagine di propaganda dagli Alleati interessati a dimostrare quanto le popolazioni del nord d’Italia fossero attive per riconquistare la perduta libertà.
Oggi, grazie a questa mostra, quella bella popolana ha ritrovato un nome e una storia. Una normale, eccezionale storia di donna.
Info: www.questaeguerra.it