Sono quattro i primi fotografi italiani entrati a far parte del programma internazionale “Sony Global Imaging Ambassadors”, lanciato nel 2014, che vede Sony collaborare con alcuni dei più brillanti e talentuosi artisti contemporanei della fotografia in tutto il mondo, diversi sia per stile sia per provenienza geografica, sotto l’egida della qualità e della bellezza della fotografia.

Gli Ambassador per l’Italia sono Alfredo D’Amato, Luigi BaldelliAlessandro Grassani e Amedeo Novelli, fotografi professionisti con anni di lavoro in Italia e all’estero e collaborazioni con prestigiose riviste nazionali e internazionali, ognuno con una personale identità stilistica e visione della fotografia e del mezzo fotografico.

Attraverso questo programma, Sony sostiene i fotografi a livello sia nazionale sia globale: da un lato mette a loro disposizione le proprie competenze tecnologiche e offre loro la possibilità di provare in anteprima i prodotti più innovativi; dall’altro, condivide le loro opere sul sito, per creare uno “storytelling per immagini”, uno straordinario archivio di storie dal mondo che raccontano il presente.

 

Ebola in Sierra Leone © Luigi Baldelli
Ebola in Sierra Leone © Luigi Baldelli

 

Il ruolo del fotografo ha una forte valenza culturale e sociale, poiché, nella sua poetica, deve essere portatore di valori etici, capaci di elevare la fotografia a forma d’arte e strumento di comunicazione e informazione. Elementi cui Sony tiene in modo particolare nella sua posizione non solo di produttore, ma anche di azienda impegnata nel sostegno al mondo della fotografia, come dimostrato dalla partnership con World Photography Organization per Sony World Photography Awards, il più grande concorso di fotografia a livello internazionale, giunto quest’anno alla sua nona edizione”, dichiara Stéphane Labrousse, Country Head di Sony in Italia. “Sono felice di poter annunciare oggi l’ingresso di quattro fotografi italiani nel programma Sony Global Imaging Ambassador perché credo sia importante che anche l’Italia sia rappresentata, soprattutto alla luce del grande valore riconosciuto ai fotografi italiani in ambito internazionale. Tra l’altro, Alessandro Grassani è stato anche tra i vincitori di Sony World Photography Awards”.

 

 

Alfredo D’Amato crede nel potere emotivo di ogni progetto a lungo termine che nasce da un interesse personale, da un profondo pensiero interiore o da un evento particolarmente toccante. Questo appare evidente nelle fotografie ambientate nella foresta camerunense: si trovava lì per illustrare la vita dei rifugiati dell’Africa centrale, ma è stato poi attratto dallo sfruttamento massivo della foresta per fini commerciali e ha perciò trascorso tre mesi a fianco delle popolazioni indigene che gli hanno aperto le porte della foresta, supportandolo nel suo lavoro di reportage. “Per me la fotografia è un linguaggio visivo e un modo personale per esprimere emozioni e rappresentare le persone, l’ambiente e gli avvenimenti – afferma D’Amato – Per questo, il fotografo ri-rappresenta la realtà secondo il proprio linguaggio”.

 

 

 

Luigi Baldelli è un fotoreporter noto per l’attenzione e la sensibilità a tematiche sociali. Dalla condizione dei rifugiati alla siccità in Africa, dalla guerra in Afghanistan al Movimento Sem Terra in Brasile, dal dramma dell’epidemia di ebola in Sierra Leone fino ai narcos in Messico al centro dei suoi reportage Baldelli mette sempre l’uomo. “Umanità, rispetto e verità”, così sintetizza il senso del proprio lavoro. “La fotografia non mi offre risposte ma suscita riflessioni e interrogativi”.

 

 

 

 

Alessandro Grassani interpreta attraverso i propri scatti la faticosa sopravvivenza di una umanità lontana dai riflettori: “Questa è la mia aspirazione personale: lasciare la mia testimonianza nella costante ricerca di quella perfetta combinazione tra bellezza e verità che chiamiamo arte”, racconta. Fra i suoi più recenti progetti “Unexpected loneliness” (2015), riflessione sulla solitudine in cui vivono gli abitanti della sua città, Milano, e “Postcards from the Alps”, tutt’ora in corso, in cui documenta il cambiamento del paesaggio alpino per effetto della crisi degli sport invernali e del riscaldamento globale.

 

 

Amedeo Novelli, fondatore e direttore di Witness Journal, in campo fotografico è impegnato in numerose attività, dalla partecipazione a progetti di formazione sociale a collaborazioni con importanti brand internazionali. “Tutto ciò che riguarda l’uomo mi interessa, dalle sue emozioni al rapporto con l’ambiente” – precisa – “Se fossi costretto a dare una definizione della mia fotografia, userei probabilmente il termine sociale, anche se in un senso molto ampio”. Uno dei suoi ultimi lavori si intitola, infatti, “Metropolitan Solitude“ ed è scandito da volti anonimi e architetture urbane.

 

Il programma Sony Global Imaging Ambassadors è ideato in collaborazione con l’organizzazione internazionale World Photography Organisation (WPO), nota in particolare per organizzare, oltre a numerosi eventi e attività legati al mondo della fotografia, i Sony World Photography Awards, la più grande competizione fotografica la mondo.