E’ stato assegnato alla fotografa documentarista Susan Meiselas il premio Women in Motion for Photography. Il premio, istituito dalla Fondazione Kering, è stato assegnato nel corso del festival Les Rencontres d’Arles.
La mission di questo premio, è come afferma l’istituzione stessa, “un impegno nella difesa della dignità e diritti delle donne per combattere la violenza contro le donne e promuovere la loro affermazione e dignità”.
Nel 2015, Kering ha lanciato il progetto Women In Motion per l’industria cinematografica al Festival di Cannes. Poiché la lotta per l’uguaglianza nel mondo creativo non riguarda solo il cinema, Women In Motion estende la sua portata ad altre aree della produzione artistica come la fotografia, la letteratura e le arti plastiche.
Kering e Les Rencontres d’Arles quest anno hanno unito le forze per sottolineare il lavoro delle donne nel mondo della fotografia, riconoscendo il premio a Susan Meiselas per l’importante carriera.
L’autrice ha partecipato all’inaugurazione del festival e, nel corso della consegna del premio, ha raccontato come la fotografia abbia fatto parte della sua vita, l’impegno per le particolari cause che ha abbracciato nella sua documentazione.
Questo oltre alla visione delle donne nei suoi lavori come nel lavoro Carnival Strippers, esposto ad Arles a fianco ai progetti di Eve Arnold e Abigail Heyman, presso Espace Van Gogh.
Carnival Strippers è un progetto fotografico che Susan Meiselas ha seguito dal 1972 al 1975 con l’intento di intervistare e fotografare le donne che si esibivano in uno spogliarello per i carnevali delle piccole città nel New England, in Pennsylvania e nella Carolina del Sud. La dimensione del progetto è ambivalente, intento che l’autrice esprime nel suo lavoro documentato: le donne sono rappresentate in giochi di desiderio e seduzione, ritratte poi nella complessità delle loro storie e nel loro mondo interiore.
Chi è Susan Meiselas?
Nata nel 1948 a Baltimora, Stati Uniti, Susan Meiselas è fotografa documentarista membro dell’Agenzia Magnum sin dal 1976. Vive e lavora a New York. L’importanza della sua fotografia viene notata con il lavoro nelle zone di conflitto dell’America Centrale (1978-1983). I suoi lavori e le sue opere sono spesso di lungo periodo: i soggetti coinvolti e presenti nelle opere, spaziano la gamma degli argomenti da lei affrontati, dalla guerra alle questioni dei diritti umani, dall’identità culturale all’industria del sesso. Suoi sono i lavori di Carnival Strippers (1976), Nicaragua (1981), Kurdistan: In the Shadow of History (1997), Pandora’s Box (2001), Encounters with the Dani (2003), Prince Street Girls (2016) and A Room Of Their Own (2017).
Susan Meiselas è riconosciuta a livello internazionale soprattutto per i suoi lavori legati ai diritti umani in America Latina, tanto che le sue immagini sono presenti in mostre permanenti sia in America che in tutto il mondo. Nel 1992 viene premiata con il MacArthur Awardand, nel 2015 il Guggenheim Fellowship. Di recente è stata anche riconosciuta con il premio Deutsche Börse Photography Foundation Prize 2019.
Mediations – Mediazioni, una mostra esposta per la prima volta al Fundació Antoni Tàpies di Barcellona nel 2017 ed in seguito anche al Jeu de Paume di Parigi e al Museo di arte moderna di San Francisco (2018), è la retrospettiva e opera omonima più grande mai realizzata di Susan Meiselas che ha incluso tutti i suoi lavori fotografici dagli anni ’70 ad oggi.